Lo scopo principale di Made in Carcere è di diffondere la filosofia della “Seconda opportunità” per le donne detenute e della “Doppia vita” per i tessuti: le une scoprendo il proprio potenziale d’azione, gli altri rinascendo a nuova vita e assumendo un valore sociale. Le materie prime infatti sono costituite da materiali di scarto, campionari offerti da aziende italiane “amiche” o stock di rimanenze di magazzino. Il risultato è un manufatto “utile e futile” dallo stile giovanile e originale, ironico e accattivante, che piacerà a chi cerca all’eleganza ma condivide anche l’idea che “non occorre produrre altro, è possibile rigenerare ciò che c’è”.
Le detenute coinvolte nel progetto sono una ventina: a loro è stato proposto un percorso formativo mirato a sviluppare competenze preziose per il loro futuro reinserimento nella società, ma anche a dare dignità alla loro condizione di recluse.

Ogni borsa, ogni accessorio, diventa un mezzo per far uscire un pezzo di se stesse “là fuori” e un modo concreto per guadagnare uno
stipendio con cui aiutare le proprie famiglie, crescere i figli e spezzare il circolo vizioso dell’emarginazione.

Il modello è quello dell’economia circolare, dove tutti sono protagonisti e tutti vincono: le detenute, l’ambiente, la comunità, e quella parte di mercato che saprà sensibilizzarsi a questi temi.

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