Francesca ha 37 anni. È brasiliana.

Ci racconta della sua infanzia -“Ho passato una vita da reclusa”-

All’età di due anni Francesca viene rinchiusa in un orfanotrofio brasiliano dopo la morte improvvisa dei sui genitori a seguito di un incidente stradale. “Ci trattavano malissimo. Venivo picchiata e costretta a lavori forzati. Un giorno al mese aspettavo qualche giovane coppia che venisse a prendermi per portarmi via guardando dalla piccola finestra della grande stanza che condividevo con quindici bambine. Mai nessuna famiglia mi ha portato via con se”.

All’età di diciott’anni arriva in Italia per realizzare il suo sogno di diventare una stilista nel campo nella moda. “Ho sempre amato gli abiti colorati e le gonne ampie” ma il suo sogno viene presto deluso per la difficoltà di tirare avanti.

“Ho iniziato a rubare per pagare le bollette, poi sono entrata pian piano nella rete del crimine organizzato, trascorrendo anni ed anni in mezzo alle bande, fino a quando sono stata arrestata e rinchiusa nel carcere di Lecce”. Mi ritrovavo nuovamente in prigione, chiusa in una cella per venti ore al giorno. Avrei passato tutta la vita dietro alle sbarre, me ne ero convinta!

Poi un giorno ho sentito parlare di un laboratorio di sartoria che era stato aperto in carcere. Mi sono informata e ho fatto richiesta di poter aderire al progetto “Made in Carcere”. Ho conosciuto Luciana delle Donne e per me si è aperta una nuova possibilità, quella di andare incontro alla mia vita e al mio sogno di lavorare nel campo della moda. Non ci potevo credere, per anni ho sognato di toccare tessuti preziosi, di muovermi tra le sfumature di colori, di sentire il rumore delle macchine da cucire e di riprendermi quella dignità di persona che non avevo mai avuto…”

Quando Francesca ci racconta di Made In Carcere sorride, gli occhi le si illuminano e si riempiono di gioia.  

“Ho sempre imparato sulla mia pelle, la vita è stata dura, io lo sono stata altrettanto. Ho fatto moltissimi errori ma il percorso con Made in Carcere mi ha aiutata a guardarmi dentro e a comprendere tante parti di me stessa, a tirar fuori la rabbia e la cattiveria che covavo fin da bambina. Ora so che si può far meglio, ora so che si deve far meglio, ora so che una volta fuori potrò ricostruire la mia vita iniziando proprio da quello che so fare, cucire e realizzare delle opere d’arte”

“Made In Carcere mi ha restituito un sogno e soprattutto tanti strumenti per poterlo realizzare”