8 Gennaio, 2019

Don Gallo ripropone in un suo libro “Come un cane in Chiesa”, alcune delle pagine più forti e radicali dei quattro vangeli. Un vangelo scomodo di un prete scomodo ma anche una “buona novella” dei miti e degli ultimi, che sorprende e scuote, diverte e rincuora. 

“I peccatori, le prostitute, e i diseredati di queste schegge evangeliche sono i barboni, i trans, gli sbandati che da oltre quarant’anni don Gallo raccoglie dalla strada, gli stessi che la società del perbenismo di facciata ha dimenticato idolatrando denaro e potere”

Un incontro simbiotico che Made in Carcere ha avuto con Don Gallo. “Qualcosa in comune ce l’abbiamo entrambi! In modo diverso ci occupiamo degli ultimi, diamo voce agli  emarginati che vivono in luoghi di degrado, dando loro la possibilità di  “rinascere” di compiere un viaggio verso una nuova vita”

Essere poveri significa vivere secondo le proprie possibilità, non al di sopra, significa fare amicizia con la sobrietà. È solo grazie alla sobrietà che sboccia il rispetto per la natura e l’ambiente; e qui bisognerebbe richiamare san Francesco: «Laudato sii, mi’ Signore, per sora nostra madre terra». Mi chiedo: il papa, che sta in uno dei palazzi più sfarzosi del mondo, che ha i giardini vaticani, che ha Castel Gandolfo, ma come fa ad annunciare Gesù povero? Se il cristianesimo diventa una religione civile dove sta l’istanza etica e profetica? Fino a quando la Chiesa non sarà povera e dalla parte dei poveri, la strada del Vangelo sarà sempre lontana.” ( cit. Don Andrea Gallo)