11 Maggio, 2016
AL FUORISALONE DI MILANO
Tessuti Carvico per la maxi borsa realizzata dalle sarte detenute
Non è una borsa dasfoggiare ad una seratatra amiche, senon altro per le suedimensioni. L’accessorio, infatti,è alto sei metri, lungo altrettantoe largo tre. Ma per unavolta, non è l’apparenza checonta, ma il significato.La «Made in prison standingbag» è una maxi borsa realizzatadalle detenute della Casa circondarialefemminile di Trani e Lecce.
E, a contribuire al progetto, ci sonoanche le bergamasche Carvico eJersey Lomellina, che, insieme adaltre aziende, hanno donato i tessutiper realizzare la borsa.L’iniziativa, promossa dalla cooperativasociale Officina Creativadi Lecce, in collaborazione con laOfficine Tamborrino di Ostuni(che si è occupata della strutturadi alluminio che la sorregge), è statapresentata al Fuorisalone di Milano,dove resterà fino a domenica.L’interno della borsa è visitabile,passando dal buio (che rappresentala cella), ai colori, simbolo delriavvicinamento al mondo del lavoro,fino alla luce, che rappresentail percorso di crescita all’internodel carcere grazie ad un’opportunitàlavorativa. «È un grande piaceresostenere le iniziative di Made inCarcere (il brand di Officina Creativa,ndr) – dice Romina Barelli,responsabile marketing di Carvico.
Ammiriamo l’impegno e la dedizionea favore delle donne che a uncerto punto della loro vita si sonosmarrite. Dare loro una secondachance è ammirevole; aiutarle, sostenerlee accompagnarle nel lorocammino verso un futuro miglioreha un valore immenso». Guardandoai numeri, infatti, l’80% circa deidetenuti che ha avuto la possibilitàdi lavorare in carcere, una voltauscito non delinque più. Mentreoltre l’80% di chi sconta una penasenza lavorare durante il periododi detenzione, torna a delinquere.L’obiettivo della «Made in prisonstanding bag» è anche quellodi battere il Guinnes dei primatidella borsa più grande del mondo.Un esperimento già tentato nel2009 con la creazione di una borsadi circa tre metri per due, ma nontridimensionale, la cui presentazionein anteprima al Macef (il Saloneinternazionale della casa) èstata però compromessa da problemitecnici, uno su tutti il maltempo.A riprova che oltre alla buonavolontà, a volte ci vuole ancheun pizzico di fortuna.
Francesca Belotti